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La prima macchina da scrivere

Oggi – 23 giugno – ma dell’anno 1868, viene brevettata la prima macchina da scrivere,  commercializzata poi nel 1872 dalla Remington: che fin dalla sua prima versione riportava proprio la celebre sequenza QWERTY. Per quale motivo proprio questa sequenza? Beh, voi forse non avete mai usato una macchina da scrivere. Come funzionava una macchina meccanica?

Era composta essenzialmente da un telaio, un carrello contenente un rullo sul quale si appoggiava il foglio di carta, un blocco di martelli azionati da una tastiera. La pressione di un tasto comportava l’azionamento del martello corrispondente che andava a colpire il foglio di carta che poggiava sul rullo e quindi l’avanzamento del carrello in modo che la pressione di un nuovo tasto portasse alla scrittura di un carattere nella posizione successiva, sulla stessa riga. Quando il carrello arrivava a fine corsa, oppure quando veniva raggiunto il margine destro di scrittura, si doveva far avanzare il foglio di una riga e il carrello alla sua posizione iniziale; per questo si usava normalmente una leva, azionando la quale si portava il testo a capo; l’azione in sé era nota come «ritorno a carrello».

 

Qual’era la seccatura maggiore? I martelletti che si scontrano a metà strada incastrandosi, costringendoti a sporcarti le mani. Bene. La disposizione dei tasti che iniziano con la sequenza QWERTY è proprio in funzione di questo problema. Venne commissionato ad un tale C. L. Sholes uno studio sulla sequenza dei simboli sui tasti, allo scopo di ridurre al minimo la possibilità di scontro. In pratica, due lettere frequentemente consecutive dovevano trovarsi a una distanza sufficiente da evitare l’incontro tra il martello che va e quello che viene, consentendo così di ridurre i tempi morti e di scrivere più velocemente. Beh, questo genio cos’ha fatto? Si è detto “Devo evitare che si scontrino i martelletti? Bene. Piazzo i tasti di modo da rallentare la battitura”. Ed ecco che nasce la QWERTY.
Nessuno, in giro per il mondo, si sognò mai di modificare l’usanza, nel fondatissimo timore che gli la gente non gradisse la nuova impostazione e non comprasse la macchina. Eccezione fatta per noi europei, chiaramente, ed in particolare per la italiana Olivetti, che decide infatti negli anni ‘70 di modificare la disposizione per adattarla alle lettere accentate presenti in lingua italiana.
La QWERTY quindi non è la disposizione ottimale per scrivere il più rapidamente possibile. L’alternativa più celebre è la Dvorak, inventata da un ononimo professore, in cui le lettere sono disposte diversamente, allo scopo di consentire un importante incremento nella velocità di battitura.
In questa tastiera, tutte le lettere più comuni sono in una sola riga principale. Le vocali e i segni di punteggiatura sono a sinistra, le consonanti a destra. Si ottiene un aumento della velocità di battitura di circa il 20%. Che non è poco.

Io non ho mai visto una tastiera così.

Oggi che i martelletti che si incrociano non esistono più, perché non si adottano se sono più veloci?

La prima macchina da scrivereultima modifica: 2008-06-23T00:00:00+02:00da
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