Malgrado si sia giunti ormai a metà del Decennio delle Nazioni Unite per l’alfabetizzazione, inaugurato nel 2003, un quinto dei giovani e degli adulti di età superiore ai 15 anni non possiede le abilità più elementari richieste per leggere un cartello stradale, un libro per bambini, una carta geografica, un giornale, i nomi su una scheda elettorale o le istruzioni su una confezione di medicinali. In un mondo dove la conoscenza e la tecnologia giocano un ruolo sempre più importante, 744 milioni di adulti sono analfabeti – una cifra vertiginosa. Siamo molto lontani dal nostro obiettivo di ridurre della metà il numero degli analfabeti nel mondo da ora al 2015. Anche se i tassi di alfabetizzazione sono aumentati, il numero assoluto di analfabeti è cresciuto in alcune regioni a causa della crescita della popolazione. Si tratta di una vera e propria minaccia per lo sviluppo umano.
Quest’anno, la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione mette l’accento sui legami tra l’alfabetizzazione e la sanità. Non si può infatti pretendere di dare una risposta adeguata alle serie preoccupazioni attuali concernenti la sanità se non si accorda una posizione centrale all’alfabetizzazione nelle politiche e nelle strategie in materia di sanità pubblica: questo perché una persona analfabeta rischiapiù di altri di avere problemi di salute e sarà meno incline a chiedere l’aiuto dei medici per se stessa, la sua famiglia o la sua comunità. Quasi 10 milioni di bambini muoiono prima dei 5 anni di vita, generalmente a causa di malattie infettive che potrebbero essere evitate, e i figli di famiglie povere sono quelli che hanno le minori probabilità di essere curati in caso di grave malattia. Il rischio di contrarre lamalaria, che ogni anno costa la vita a un milione di persone, cresce considerevolmente tra le popolazionianalfabete, dato che il tasso di alfabetizzazione ha un impatto diretto sui comportamenti che favorisconola salute. Le donne che hanno continuato a frequentare la scuola dopo le elementari hanno opportunitàcinque volte maggiori rispetto alle donne analfabete di essere informate sullo HIV e sull’AIDS.
L’UNESCO interviene attivamente per incoraggiare i paesi ad adottare politiche che affrontino la questione dell’alfabetizzazione in maniera esplicita e che traggano profitto dal lavoro già validamentecondotto, spesso con il sostegno attivo della società civile. Tuttavia, questo non è che un primo passo verso il cambiamento. E’ perciò essenziale che i paesiincrementino i finanziamenti per l’alfabetizzazione, e che i donatori accordino a essa un ruolo più importante all’interno dei loro progetti di sostegno. E’ assolutamente necessario moltiplicare i programmi di apprendimento per i giovani e gli adulti, migliorarne la qualità e creare un ambiente alfabetizzato il più possibile stimolante, dove individui di ogni età siano incoraggiati a sviluppare e utilizzare le competenze appena acquisite.
La sfida che ci attende è una nostra responsabilità collettiva.