Così a Johannesburg può capitare di passare nell’arco di poche centinaia di metri dalle case misere di lamiera e cartone del ghetto nero di Soweto, alla magnificenza del Soccer City Stadium. Uno dei due stadi di Johannesburg, l’impianto monumentale da 95 mila posti – in cui 1′ 11 luglio di disputerà la finale – si affaccia su una delle baraccopoli più povere e pericolose dell’intero continente africano. Un inferno dove fin da piccoli si viene educati all’odio verso i bianchi che hanno causato l’apartheid, avviati al crimine e al furto. Nell’ultimo anno più di cento poliziotti sono caduti in servizio durante degli scontri a fuoco.
Ma lo spettacolo deve andare avanti, anche perché sono stati investite tutte le risorse possibili. Nonostante la miseria dilagante, il governo ha speso 30 miliardi di rand per l’organizzazione, circa 3 miliardi di euro. E nel Paese dove l’odio razzista è ai massimi livelli, si scopre poi che le donne sono molto stimate e inserite nelle varie professioni. Il presidente del Comitato organizzativo dei Mondiali di calcio non a caso è la signora Nomfanelo Magwentshu.