La storia della Coca Cola

cocacola.jpgTutto cominciò in un giorno di maggio del 1886 dietro la casa del farmacista John S. Pemberton ad Atlanta in Georgia.

L’8 maggio 1886 Pemberton preparò lo sciroppo per un nuovo tonico in una caldaia di ottone. Dopo quel sabato portò la sua brocca di sciroppo alla farmacia Jacob, uno dei più grandi drugstore di Atlanta. Il bar dove si servivano bevande e gelati era gestito da Willis E. Venable.

Pemberton convinse Venable a mescolare un po’ dello sciroppo con acqua e a provarlo. Al gestore piacque e decise immediatamente di venderlo. Così quel giorno di maggio per la prima volta qualcuno pagò un “nichel” (5 centesimi) per un bicchiere della preparazione di Pemberton. In un paio di giorni fu scelto il nome di Elisir e sciroppo di Coca Cola. Vari soci della Compagnia Pemberton presero parte alla scelta del nome: Pemberton stesso, il suo socio Edward W. Holland, David D. Doe e il segretario contabile della Compagnia, Frank M. Robinson. Proprio a quest’ultimo venne l’idea di mettere insieme le parole “Coca” e “Cola”, due degli ingredienti del tonico. Egli suggerì anche di scrivere il nome in corsivo in caratteri “Spencer” che era la forma di scrittura allora più diffusa.

Il 29 maggio 1886 il quotidiano “Atlanta Daily Journal” ebbe l’onore di pubblicare la prima inserzione per la Coca-Cola. In meno di un mese dalla sua introduzione sul mercato più di una ditta già vendeva la Coca-Cola. Certo non era come la conosciamo oggi, era piatta, liscia e non era frizzante. Il cambiamento era avvenuto accidentalmente la mattina del 15 novembre 1886. Un gentiluomo chiamato John G. Wilkes aveva alzato un po’ il gomito la sera prima. Si era svegliato con un terribile mal di testa e aveva cercato solievo in una farmacia vicina. Poichè la Coca-Cola era stata creata e pubblicizzata da Pemberton come cura per il mal di testa, Wilkes si era seduto al banco e aveva richiesto a voce bassa un bicchiere di Coca-Cola. Il cameriere per sbaglio mescolò lo sciroppo con acqua frizzante. La bevanda piacque a Wilkes e diede sollievo alle sue tempie martellanti. Da allora divenne consuetudine mescolare lo sciroppo di Coca- Cola con acqua frizzante.

La Coca-Cola non ebbe un gran successo commerciale sotto la direzione di Pemberton. Nel primo anno furono venduti solo 100 litri di sciroppo, sufficiente per 3200 bicchieri. Le vendite fruttarono $50, ma ne erano stati spesi $73,96 per la pubblicità.   

L’anno seguente le vendite aumentarono enormemente e raggiunsero più di quattromila litri. Nonostante Pemberton fosse giustamente convinto di avere una carta vincente, stava male in salute e non aveva il capitale necessario per promuovere il suo prodotto.

Non c’è dubbio che la Coca-Cola non esisterebbe oggi se li diritti della formula non fossero passati di mano in mano fino ad arrivare ad un farmacista di successo: Asa Candler. Il vero genio di Candler era nel marketing, una capacità che ha cambiato questa medicina artigianale da un semplice tonico in una bevanda che si mette automaticamente nella lista della spesa. Ci si può chiedere cosa avesse visto Candler in questo tonico poco conosciuto che aveva venduto appena 4000 litri in quasi due anni. La risposta non risiede in cosa avesse visto o previsto nel prodotto ma in quello che sentiva, cioè emicranie fortissime e costanti.

Uno degli scopi di Pemberton nel creare la Coca-Cola era quello di trovare una cura per il mal di testa. Durante il primo decennio della sua esistenza la Coca-Cola era considerata una medicina. Candler stesso l’ha pubblicizzata nel 1890 come “Il meraviglioso tonico per il cervello e per i nervi. Notevole agente terapeutico”. Quella che Asa aveva in testa era una tattica promozionale classica. Regalava 8 litri di sciroppo sufficiente per 256 dosi quando era mischiato con acqua frizzante, se il negoziante gli forniva i nomi di 128 persone. Asa allora mandava un biglietto valido per un bicchiere di Coca-Cola gratis a tutte queste persone. Egli era sicuro che chiunque avesse provato la bevanda l’avrebbe voluta ancora. Il negoziante avrebbe allora avuto altre 128 dosi da vendere. Il fatto che Asa abbia convinto suo fratello, un pastore metodista, a vendere il suo nuovo prodotto mostra un aspetto divertente della sua personalità. Più tardi avrebbe fatto bere la Coca-Cola all’altro fratello, un giudice, facendogli dare in questo modo la sua approvazione al prodotto, almeno implicitamente.

Candler iniziò ad occuparsi della Coca-Cola soprattutto perchè vedeva la possibilità di guadagno. Ci era rimasto perchè l’affare era diventato così vantaggioso che poteva pian piano lasciare tutto il resto dei suoi affari farmaceutici. Comunque era stato inizialmente attratto dalla Coca-Cola perchè curava i suoi mal di testa. Candler continuò a credere fortemente nelle proprietà medicinali della sua bevanda per tutta la vita, anche se per varie ragioni, che includevano il Governo federale, ne avrebbe cambiato la formula originale.

Frank M. Robinson, nel 1886, inventò il nome Coca-Cola perchè il tonico di Pemberton conteneva estratti tanto della foglia di coca quanto della noce cola. La foglia di coca non ha nessuna relazione e non dovrebbe essere confusa con i semi di cacao dai quali si derivano le bevande al cioccolato. Le noci di kola, che sono in realtà semi di un albero africano invece che noci, contengono la sostanza stimolante caffeina. Non c’è nessun dubbio che la caffeina fosse nella formula originale della Coca-Cola e che c’è ancora, con l’eccezione delle versioni senza caffeina, naturalmente. La domanda numero uno è:”Erano de-cocainizzate le foglie di coca?” La risposta è sì ed è così de molti decenni.

Che cos’altro c’è nella Coca-Cola? Ebbene questo è un segreto, nascosto con più cura di alcuni segreti del Pentagono. Un mistero è nato nell’ultimo secolo circa la formula della coca-Cola. Solo relativamente alcune persone hanno avuto il permesso di partecipare alla preparazione della formula della Coca-Cola e, di queste, quasi tutte conoscono gli ingredienti solo numericamente; tanto di numero 4, tanto di numero 5 ecc. Non sanno cosa siano veramente queste sostanze, specialmente l’ingrediente più segreto, il 7X.

La formula magica, gelosamente custodita com’è, ha aggiunto un’aura di mistero alla Coca-Cola per molti anni. C’è stata molta speculazione circa i vari componenti, e i concorrenti hanno speso molto tempo e denaro per cercare di riprodurla. L’ originale, e ancora segreta, formula dovrebbe riposare nel fondo di una cassetta di sicurezza nella Trust Company di Georgia ad Atlanta. Come oggetto da collezione vale forse duemila dollari.

Pendergast chiese a un portavoce della compagnia cosa sarebbe accaduto se se avesse pubblicato nel suo libro la formula originale con precise indicazioni. Egli fece un largo sorriso. “Mark,” disse “diciamo che questo è il tuo giorno fortunato. Ho una copia di quella formula proprio qui nella mia scrivania”. Aprì il cassetto e gli porse il documento. “Ecco qua. Cosa hai intenzione di farne?”. “Beh, la metterei nel mio libro”. “E poi?”. “Qualcuno potrebbe decidere di mettersi in affari in concorrenza con la The Coca-Cola Company”. “E come chiamerebbero il loro prodotto?” “Non potrebbero chiamarlo Coca-Cola, perchè li citereste in giudizio diciamo che lo potrebbero chiamare Yum-Yum e potrebbero insinuare, senza correre il pericolo di un processo, che la Yum-Yum è la vera formula originale della Coca-Cola”. “Bene. E allora? Quanto la farebbero pagare? Come la distribuirebbero? Come la pubblicizzerebbero? Capisci cosa intendo dire? Abbiamo impiegato più di cento anni e speso quantità di denaro per costruire il capitale di questo marchio. Senza le nostre economie di scala e il nostro fantastico sistema di marketing chiunque cercasse di riprodurre il nostro prodotto non avrebbe possibilità e dovrebbe stabilire prezzi troppo alti. Perchè qualcuno dovrebbe cambiare e comperare la Yum-Yum che è proprio uguale alla Coca-Cola, ma costa di più, quando è possibile procurarsela in ogni parte del mondo?”. Pendergast non riuscì a pensare ad alcuna risposta.

La storia della Coca Colaultima modifica: 2010-07-22T00:58:00+02:00da pgiolitti
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