London 2012: l’Olympic Stadium mira all’essenziale

00stadioolimpicolondra.jpgLo stadio olimpico che ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura dei giochi di London 2012 si trova al centro del parco olimpico, circondato da corsi d’acqua su tre lati come fosse su un’isola, ed è raggiungibile attraverso cinque ponti che lo connettono al resto del parco. 

Progettato dallo studio Populous, già autore a Londra del Wembley Stadium e del più recente Emirates Stadium, è al centro delle polemiche a causa del design troppo essenziale, quasi povero.

Nessun effetto mozzafiato, un semplice ovale che ha deluso rispetto al suo predecessore olimpico di Beijng, il famoso stadio Bird’s Nest di Herzog & de Meuron.

In piena crisi economica London 2012 per lo stadio sembra puntare sulla sobrietà, delegando all’Aquatics Centre di Zaha Hadid e al velodromo di Hopkins Architetcts la competizione per aggiudicarsi il ruolo di icone olimpiche. 

L’Olympic Stadium rimarrà alla memoria per alcuni accorgimenti che hanno permesso di risparmiare o di riutilizzare materiali, facendosi così apprezzare per la sua sostenibilità: la tribuna inferiore è stata direttamente scavata nel suolo e le 800.000 tonnellate di terreno di riporto sono state riutilizzate in altre aree all’interno del parco olimpico.

Lo stadio può ospitare 80.000 spettatori ma la sua capacità potrà essere ridotta a 25.000 persone dopo i giochi, eliminando l’ultimo anello di tribune che è stato costruito in parte con tubazioni del gas riciclate.

È la prima volta che uno stadio olimpico viene costruito progettando una parte temporanea e rimovibile così consistente, così come è la prima volta che tutti i servizi accessori come catering e bagni sono collocati all’esterno dello stadio in strutture provvisorie.

A giochi terminati lo stadio verrà preso in carico dalla Municipalità di Londra e ospiterà i campionati mondiali di Atletica nel 2015.

Altre immagini dello stadio olimpico

London 2012: l’Olympic Stadium mira all’essenzialeultima modifica: 2012-07-29T12:08:19+02:00da pgiolitti
Reposta per primo quest’articolo