Quale scuola vogliamo?

scuola_scioperi_marzo.jpgIn questi giorni avrete sentito dai TG della grande protesta degli studenti (e professori) contro la riforma dell’università che è in approvazione in parlamento), la cosiddetta Riforma Gelmini. Noi non vogliamo cercare di capire se la riforma è buona, quanto è buona, perchè siamo ragazzi di 12-13 anni.

Un centinaio di studenti di un famoso liceo di Catania (prima firmataria Chiara Aiello) hanno sottoscritto una bella lettera aperta ai 35 professori che con un documento chiedevano agli alunni di partecipare alla protesta con lo ‘sciopero delle gite’.

Ecco la bella lettera, è per ragazzi più grandi di voi, ma penso che possiate cominciare ad apprezzarla.

Cari professori, mi rattrista che vi rivolgiate a noi studenti con una lettera aperta, solo per comunicarci il malcontento per i tagli del governo, il precariato, ecc. Non che non siano motivi validi per cui ci si debba lamentare. A essere sincera, mi aspettavo che in un momento così difficile e confuso ci interpellaste innanzitutto per comunicarci il motivo per cui vale la pena venire a scuola e insegnare. Noi ragazzi soffriamo, di rimando, di tutte le insicurezze di cui soffrite voi adulti. E quindi, forse sbagliando, vorremmo che la scuola fosse un luogo di formazione della nostra persona. Così da sentire la scuola, non solo come un dovere per ‘assicurarci un fu­turo’, bensì come un luogo in cui coltivare le nostre domande.

Non vogliamo essere considerati contenitori da riempire di nozioni. Vorremmo capire cos’è lo studio, a cosa serva, cosa c’entri con noi e soprattutto quanta importanza gli si debba attribuire. Se fossimo capaci di rispondere autonomamente a questi quesiti non verremmo neanche a scuola. Ma per ottenere tutto ciò, abbiamo bisogno di professori che ci prendano sul serio e che si discostino dalla frenetica applicazione scialba dei programmi, e che quindi non si limitino a mettere voti in registri anonimi, ma che si propongano come vere guide.

Certe volte ci sentiamo come in televisione, in cui l’unico criterio per valutare le trasmissioni è l’audience; e come sapete benissimo il ‘Grande Fratello’ ha un’audience altissima. Anche le gite, in qualsiasi modo vengano fatte, hanno un’audience altissima. Sembrerebbe che la gita sia diventata ‘il momento fondamentale’ della scuola, quello che fa più audience, e sapete bene che colpendo questo, disturbate un mondo che calpesta i vostri e i nostri diritti, e quindi otterreste il nostro consenso per la lotta. Ma dobbiamo credere che voi ci pensiate come dei bambocci, a cui si dà il contentino della gita per farci tirare avanti un anno e ottenere ‘buoni risultati’? Se fosse così, verrebbe da dire che la scuola non interessa e non attrae per quello che è, cioè per il gusto d’imparare e di confrontarsi. Anche se riuscissimo ad ottenere tutti i fondi di cui abbiamo bisogno, basterebbero per farci appassionare alla scuola?

Chiara Aiello 1^C, Liceo classico Nicola Spedalieri, Catania se­guono 110 firme di studenti

Quale scuola vogliamo?ultima modifica: 2010-12-23T11:52:00+01:00da pgiolitti
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