La corrente elettrica è un flusso di elettroni (particelle troppo piccole per poter essere viste al microscopio) che vengono allontanati dai loro atomi. Quanto maggiore e più veloce è il loro insieme, tanto più forte è la corrente. Ma occorre un flusso di miliardi di elettroni per produrre anche una piccola corrente.
Gli atomi sono le minuscole particelle che compongono tutta la materia. Intorno al loro nucleo orbitano gli elettroni, molto più piccoli, disposti su diversi livelli energetici, ognuno dei quali può ospitarne anche un certo numero. I vari elementi che compongono la materia – gas, metalli ecc. – hanno nei loro atomi un numero diverso di elettroni: per esempio, l’idrogeno ne possiede 1, mentre il rame ne ha 29, distribuiti su 4 livelli.
Il nucleo di un atomo ha carica elettrica positiva, mentre i suoi elettroni hanno carica negativa; perciò, l’atomo è di norma elettricamente neutro, perché le due cariche si neutralizzano reciprocamente. Dall’atomo, però, si possono staccare degli elettroni (di solito, dal livello più esterno), per esempio per effetto di un intenso calore, oppure per unirsi a un altro atomo nel corso di una reazione chimica che modifica la sostanza, come nel caso della ruggine che si forma dall’ossidazione di un metallo. Un atomo (o gruppo di atomi) che perde o acquista elettroni diventa elettricmente carico e si chiama ione; ha carica positiva se ha perso elettroni, negativa se ne ha acquistati.
Gli elettroni liberi, una volta abbandonato un atomo, hanno un movimento casuale; si forma, invece, una corrente se un certo numero di essi è attratto da una sorgente positiva. Perché si crei una corrente elettrica lungo un circuito, è indispensabile che a un’estremità ci sia un eccesso di elettroni e all’altra una carenza. Questa disparità è detta differenza di potenziale o tensione, e si misura in volt (da Alessandro Volta).
I metalli sono buoni conduttori di elettricità perché i loro atomi hanno una grande quantità di elettroni legati piuttosto debolmente.
Un circuito elettrico è un percorso fatto di filo metallico, generalmente di rame, che prende l’avvio da una sorgente di potenza (batteria o generatore elettromagnetico) e vi ritorna.
L’elettricità domestica viene distribuita da generatori nelle centrali elettriche, con i fili di andata e ritorno nello stesso cavo. Quando gli elettroni viaggiano lungo i fili, vengono attratti prima in una direzione e poi nell’altra a seconda delle variazioni del campo magnetico prodotto dal magnete del generatore. In questo modo si produce la corrente alternata, dal moto simile a un’onda, mentre una pila o batteria produce corrente continua, sempre nello stesso verso.
Convenzionalmente, si ritiene che la corrente elettrica scorra da un polo positivo a uno negativo, come se la carica generata si affrettasse a correre dove non ce n’è. È una convenzione che ha preso piede prima che gli scienziati accertassero che sono invece gli elettroni a correre verso un polo positivo.