L’impronta ecologica del Piemonte

 

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“Il Piemonte ha performance ambientali migliori di quelle di altre regioni e nazioni avanzate, ma decisamente peggiori rispetto alla media mondiale e addirittura pessime se considerate rispetto al bilancio su scala planetaria, perché il Piemonte sta contribuendo a consumare lo stock non più rigenerabile di capitale naturale globale”.Sono le parole dell’Ires, l’Istituto ricerche economico-sociali del Piemonte, che per primo ha applicato il calcolo dell’impronta ecologica a un ambito locale e, più precisamente, al Piemonte.

In termini di biocapacità, ovvero della capacità di un ecosistema di rigenerarsi, ogni piemontese ha a sua disposizione una quota pari a 1,18 ettari globali. In realtà un abitante medio della regione ne consuma 5,28, generando un decifit di circa 4 gha pro capite.

Inoltre è emerso dallo studio Ires che il 74% delle risurse naturali utilizzate in Piemonte è importato.

Come spiegato dai ricercatori dell’istituto, la regione “similmente agli altri Paesi e territori ricchi del globo, supplisce alla carenza di risorse ecologiche locali importandole da altre regioni italiane e da altre nazioni”.

 

 

 

L’impronta ecologica del Piemonteultima modifica: 2012-07-03T11:48:00+02:00da pgiolitti
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